Icone del design: il divano Strips di Cini Boeri per Arflex

Nel post di oggi voglio parlarvi una delle più importanti architetto e designer donna del XX secolo in Italia. Si tratta di Cini Boeri, scomparsa recentemente nella sua città, Milano.

Cini Boeri, all’anagrafe Maria Cristina Mariani Dameno, si laurea al al Politecnico di Milano nel 1951. Allieva di Gio Ponti, inizia una lunga collaborazione con Marco Zanuso per poi intraprende la propria attività professionale nel 1963, occupandosi di architettura civile e disegno industriale. Diverse sue realizzazioni sono oggi presenti in musei ed esposizioni internazionali.

Nella sua lunga carriera, ha progettato in Italia e all’estero case unifamiliari, appartamenti, allestimenti museali, uffici, negozi e elementi di arredo. La sua cifra creativa ha sempre teso a privilegiare la funzionalità del progetto rispetto alla sua estetica dedicando grande attenzione allo studio della funzionalità.

Il suo impegno e talento le ha fatto vincere vari premi ricevuti, fra cui 2 Compassi d’oronel 1979 per il divano Strips (Arflex) e nel 2011 il Compasso d’Oro alla carriera.

E oggi, per questo nuovo appuntamento con la storia del design, vi parlo proprio del divano Strips. Con questo progetto, possiamo dire che Cini Boeri ha rivoluzionato il settore del mobile e questo divano modulare ha fatto la storia del marchio Arflex diventando un “evergreen” e un best seller amatissimo grazie alla sua versatilità e praticità.

Il divano si caratterizza infatti per la sua modularità (è infatti disponibile in varie configurazioni – divani, poltrone, letti o divani letto) e per il rivestimento imbottito facilmente sfoderabile grazie alle cerniere. E’ proprio dalle cerniere che deriva il nome Strips.

Fotografie degli anni ’70

Cini Boeri ha sempre cercato di realizzare idee innovative in modo da poter migliorare la qualità della vita.‎ Questa idea è stata applicata soprattutto allo Strips letto, dove il rivestimento diventa parte integrante del letto : con una semplice cerniera, il letto viene coperto e rifatto, come fosse un sacco a pelo, aggiungendo soltanto il cuscino.‎

Esso è usato come un vero guscio da sfilare, lavare, mutare, rinfilare e si chiude con una cerniera lampo come un vestito sopra il corpo di poliuretano,” scriveva Cini Boeri nel 1974. “Il letto, pure sgusciabile e quindi lavabile, offre un uso più svelto del solito, perché la parte superiore apribile come un sacco a pelo, funge da coperta e lenzuolo. Si apre, ci si entra e si richiude, si apre e se ne esce. Gli Strips sono cose necessarie, facili da usare.

Il successo del prodotto si deve anche all’impegno di Arflex: innovativo produttore di mobili, Cini Boeri trova in Arflex un’azienda interessata a investire su un prodotto giovane, fresco, che sapesse interpretare il rinnovamento in atto negli anni ‘70, sia nel modo si sedersi, sempre più informale, sia nell’estetica della casa. Arflex è sicuramente una di quelle aziende “illuminate” che hanno saputo investire in ricerca e credere in progetti innovativi dando così grande impulso allo sviluppo del design italiano negli anni ’60 e ’70.

Da una intervista rilasciata da Cini Boeri nel 1972: “Arflex mi chiese di disegnare un sistema di facile produzione e vendita. Ho cosi creato un divertente gioco che riprende un vestito, utilizzando una struttura schiumata, e cercando di riportare la morbidezza della piuma dei vecchi cuscini nel rivestimento. Un vestito toglibile, lavabile e cambiabile. Di qui è nata la trapunta morbida” (…)(…) “Cosa vuoi che ti dica, questi strepitosi Strips, disegnati nel ’72, quando speravamo di smitizzare i divani, i letti, le poltrone, simboli design-ricchezza, con questi fagotti morbidi sui quali arrangiarsi, nei quali infilarsi, lavabili, disfabili, rifacibili, snodati, proposti e sostenuti dall’Arflex, devo ammettere con grandefede e buona volontà… hanno avuto, con il passare degli anni, un successo incredibile.”

Il progetto avrebbe dovuto all’inizio chiamarsi “Christo”, pare infatti che l’ispirazione del progetto venisse proprio dall’artista Christo (recentemente scomparso anche lui) conosciuto perchè impacchettava i monumenti. All’inizio degli anni Settanta impacchettò ad esempio il monumento a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala, a Milano. Da lì l’idea di Cini Boeri di fare lo stesso per il progetto di una nuova serie di imbottiti. Le prime prove furono realizzate con una vecchia trapunta, impacchettata con corde, che nel progetto finale corrispondono alle cuciture dei riquadri del rivestimento.

Con il tempo e la stretta collaborazione tra designer e azienda, il prodotto si è evoluto: le prime versioni avevano ad esempio lo schienale basso, che è stato modificato nel 1975; sono state poi aggiunte le gambe e apportate altre piccole modifiche fino ad arrivare all’ultima versione del 1986.

Il divano Strips è diventato un evergreen di Arflex ed è ancora in collezione.

Photo: Arflex

 

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